Coma_Cose – Cuoricini
Coma_Cose – Cuoricini : il preascolto e il significato del testo Contesto e presentazione I Coma_Cose, il duo formato da Fausto Lama e California, tornano sul palco dell’Ariston per la loro terza partecipazione al Festival di Sanremo, dopo le esperienze di Fiamme negli occhi (2021) e L’addio (2023). Con Cuoricini, il duo propone un brano che, con la consueta ironia e delicatezza, esplora il tema del cuore – inteso non solo come simbolo d’amore ma come emblema delle contraddizioni della modernità. Il preascolto ha evidenziato come il testo si soffiassi di immagini vivide e di metafore pungenti, capaci di trasformare un’idea tanto familiare quanto "cuoricini" in un commento critico sulla superficialità e sulle trasformazioni dei sentimenti nella contemporaneità. Temi principali Vulnerabilità emotiva e l’effetto dell’ansia:Il brano si apre con un’immagine fortemente evocativa: "Oggi mi sento una pozzangheraSe l'ansia mi afferraCon lo sguardo verso il cieloMa il morale per terra"Qui l’autore trasmette uno stato d’animo depresso e disorientato, dove l’ansia e il senso di vuoto si fanno palpabili. L’immagine della “pozzanghera” suggerisce una condizione di esaurimento emotivo, mentre il contrasto tra lo sguardo rivolto al cielo e un morale a terra evidenzia il divario tra aspirazioni e realtà. Ironia verso la superficialità moderna:Il testo ripete in maniera ossessiva il termine “cuoricini”, strumentalizzandolo per criticare quella che sembra essere una sovrabbondanza di simboli d’amore ormai svuotati di significato. Le frasi: "Pensavi solo ai cuoricini, cuoriciniStramaledetti cuoricini, cuoriciniChe mi tolgono il gusto di sbagliare tutto"suggeriscono come l’ossessione per questi simboli – forse ispirata alla cultura dei social media e all’uso banale degli emoji – finisca per impoverire il reale vissuto emotivo, rendendo l’esperienza amorosa meno autentica e più schematica. Conflitto tra apparenza e realtà nei rapporti:Il brano si fa portavoce di un disincanto nei confronti di relazioni superficiali e di interazioni mediate da standard moderni. L’immagine: "Un divano e due telefoni è la tomba dell'amore"e il consiglio ironico del “dottore” che "porta un chilo di gelato e poi nel dubbio porta un fiore" evidenziano il contrasto tra il desiderio di gesti autentici e la banalità di comportamenti consumistici o automatizzati. Questi versi denunciano come le vere emozioni vengano oscurate da logiche di convenienza e da una modernità che, anziché nutrire il sentimento, lo appiattisce. La frammentazione dell’identità e della comunicazione:Nel corso del testo, la ripetizione e la frammentazione del linguaggio (ad es. "male, male, male") rispecchiano una condizione di disconnessione emotiva e di difficoltà nel comunicare in maniera sincera. Le immagini degli “occhi come due fucili che sparano sui cuoricini” accentuano la violenza simbolica di un giudizio che colpisce e disintegra il significato stesso del cuore, trasformandolo in un bersaglio facile della modernità. Metafore e immagini evocative "Pozzanghera" e "maionese":Queste immagini trasmettono la sensazione di un sé emotivamente disciolto e confuso, in cui l’ansia e la tristezza si mescolano in modo caotico e disordinato. "Cuoricini":La scelta di ripetere incessantemente il termine enfatizza come questo simbolo, solitamente positivo e rassicurante, sia stato svuotato di significato e addirittura decontestualizzato. Ogni cuore, che possa essere rosso, giallo o nero a seconda del "messaggio intrinseco", diventa un emblema della mutevolezza delle emozioni e delle diverse "stagioni dell'anima". "Divano e due telefoni":Un’immagine che critica la modernità: la comodità e l’isolamento che derivano dall’eccesso di tecnologia, trasformando lo spazio domestico – un tempo luogo di intimità – in una "tomba dell'amore". "Occhi sono due fucili":Una metafora potente che trasforma lo sguardo in un’arma, capace di distruggere i delicati “cuoricini”. Questo contrasto rafforza l’idea di un amore che viene attaccato e corroso da forze esterne, forse rappresentative di una società sempre più fredda e giudicante. Stile linguistico Il linguaggio dei Coma_Cose in Cuoricini è caratterizzato da: Un registro ironico e colloquiale: Le ripetizioni e l’uso di termini quotidiani, uniti a immagini forti, creano un effetto quasi confidenziale, come se l’artista parlasse direttamente all’ascoltatore. Ritmo incalzante e frammentato: La struttura del testo, scandita da ripetizioni e da brevi interruzioni, rispecchia il tumulto interiore e la frammentazione dell’identità nel mondo moderno. Contrasti visivi e simbolici: Dall’uso di elementi così disparati come il "divano" e il "fiore", il testo costruisce un parallelo tra ciò che è superficiale e ciò che conserva un valore autentico, invitando a riflettere sulle contraddizioni dell’amore contemporaneo. Conclusioni Cuoricini si configura come un commento ironico e dissacrante sulla condizione dell’amore nell’era moderna. I Coma_Cose, con la loro consueta capacità di unire la profondità della scrittura cantautorale a una vena ironica, ci offrono uno specchio in cui osservare come i simboli d’amore – una volta carichi di significato – siano oggi diventati strumenti di confusione e superficialità. In questo contesto, i "cuoricini" non sono più semplici emblemi romantici, ma segni di un’epoca in cui la modernità, con le sue logiche e le sue tecnologie, ha in parte svuotato il vero senso del sentire, lasciando spazio a una comunicazione frammentata e spesso priva di autenticità.